Sunday, 2 August 2015

Il ritorno del pendolo (Zygmunt Bauman)

(…) La vita della generazione giovane viene vissuta oggigiorno in uno stato di emergenza perpetua. Bisogna tenere gli occhi ben aperti e aguzzare l’udito in modo costante per captare immediatamente le visioni e i suoni di ciò che è nuovo: il nuovo che arriva continuamente, a una velocità comparabile solo a quella di un bolide che passa e svanisce in un istante. Non c’è un attimo da perdere. Decelerare equivale a scialacquare. Che cosa significa tutto questo per il destino del principio di realtà, incaricato di domare e di tenere in riga la ricerca del piacere obbedendo alle istanze del desiderio ? La grande novità è l’eminente revocabilità di tale principio. La realtà si percepisce ogni volta di più come un’irritazione temporale che è necessario aggirare, e non qualcosa da superare o di fronte alla quale darsi per vinti; nel nostro mondo di continui ricambi e del diritto a riportare al negozio qualunque prodotto non ci dia piena soddisfazione, gli oggetti che causano disagio vengono scartati e sostituiti da altri “nuovi e migliorati”. In particolare per i giovani, questo disagio comprende la realtà al di fuori di internet, che per essere all’altezza delle aspettative deve adeguarsi senza tregua ai parametri della sua omologa online. Oggi tocca al principio di realtà essere considerato colpevole fino a che dimostri la sua innocenza, e non gli risulta facile trovare una prova convincente. E’ venuto il suo turno di argomentare profusamente al cospetto del suo antagonista – il piacere – e discolparsi per gli inconvenienti che ha causato per aver abusato della sua ospitalità. (…) 

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