La “libertà precaria” è libertà “non
praticata”. Da queste pagine venga un inno alla liberazione: [dal lat. liberatio -onis]. L’atto,
il fatto di liberare, di liberarsi o di essere liberato (da una soggezione, da
un male, da un vincolo, da un controllo, ecc.) (…) (www.treccani.it). E invece giochiamo al “libero
arbitrio” e godiamo in esso, soggetti “a-storici e a-progettuali”,
semplicistici distruttori di realtà in una finta libertà del tutto
auto-referenziale. Credendoci liberi giochiamo con la realtà, la consideriamo a
nostra disposizione e agiamo per dominarla, senza comprenderla e senza
riappropriarcene in termini progettuali e non dominanti. Chi pensa alla libertà
come liberazione ha “visioni di libertà”, il resto è soltanto finzione, gioco
di ruolo, ipocrisia.
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