L’ipocrisia
dominante si realizza nella costruzione di un “mondo parallelo” e assalito,
assaltato dalla realtà. Un mondo irreale nel quale ci scambiamo finzioni e dove
ci sfruttiamo, competitivi e degeneranti. Un mondo irreale che ha sempre più
bisogno di estraniarsi dalla realtà vera e di alzare il muro della paura e
della necessità, che è anzitutto paura di noi, delle nostre naturali
contraddizioni. Un mondo irreale che, volendo dominare, nega e, lentamente,
annega. Nonostante tutto questo, l’ipocrisia è una scelta e possiamo anche
scegliere di non praticarla; possiamo scegliere la responsabilità della verità,
la sua ricerca, camminando e dialogando, ri-alleandoci e ri-trovandoci, vincendo
la tentazione della certezza delle nostre certezze che provoca, senza dubbio,
smarrimento.
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