Riprendiamo l'intervista a Jack Lang sul Corriere della Sera di oggi:
(...) riconoscere che in questi anni è stato commesso un errore molto grave, cioè trascurare la dimensione culturale, intellettuale, ideale, politica in senso più ampio dell'Europa. (...)
(...) Ma i leader europei si sono lasciati ingabbiare da questo approccio contabile, necessario certo ma a lungo andare arido, tecnocratico, (...)
(...) L' Europa così è troppo vasta, dispersiva, l'allargamento ha finito con il diluirla invece di rafforzarla. Da tanto tempo si parla di Europa a due velocità, non so se la formula sia corretta, ma insomma per i Paesi fondatori ora più che mai è il momento del sussulto. Quale che sia l'esito del referendum, l' Europa dovrà tirare fuori immaginazione e coraggio.
Insomma, l' Europa può ripartire dalla cultura (una e molteplice). E da una responsabile cultura democratica, capace di valorizzare le differenze nel rispetto reciproco.
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