Wednesday 29 July 2015

Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l'educazione (Edgar Morin)

(…) Si tratta (…) di resistere alla pressione del pensiero econocratico e tecnocratico, facendosi difensori e promotori della cultura, la quale esige il superamento della disgiunzione fra scienze e cultura umanistica. Si tratta di mantenere o ritrovare una missione insostituibile, quella della presenza concreta, della relazione da persona a persona, del dialogo con l’allievo per la trasmissione di un fuoco sacro e per la delucidazione reciproca dei malintesi. Missione personale che permette di riconoscere la qualità umana dell’allievo, di manifestare nei suoi confronti benevolenza e attenzione e di non rigettarlo nella categoria dei cretini e dei deficienti. Missione personale che, insegnando la comprensione, fa comprendere la necessità immediata della comprensione nella classe, vi manifesta la sua comprensione e dovrebbe di ritorno ricevere comprensione. Missione personale che prende coscienza del fatto che il peggior male è l’umiliazione degli altri e che dà questa coscienza all’allievo, poiché il peggio, nelle relazioni umane, è l’umiliazione reciproca. La via: sfuggire al circolo vizioso delle umiliazioni per trovare il circolo virtuoso dei riconoscimenti reciproci. (…)

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