Dell'intervento di Lucrezia Reichlin sul Corriere della Sera di oggi, che auspica il "si" come risultato del referendum greco, sottolineiamo due passaggi:
con riferimento ai problemi strutturali dell'economia greca, (...) Bisogna focalizzarsi sull'attuazione di riforme che aggrediscano la profonda inefficienza della pubblica amministrazione, del settore giudiziario, la "cartellizzazione" del mercato dei prodotti e dei servizi. (...)
con riferimento alla ripartenza dei negoziati, (...) Abbiamo bisogno di un nuovo inizio, che combini realismo e speranza. Il programma su cui si vota domenica non ha né l'una né l'altra caratteristica. L'Europa può fare molto, ma molto meglio. Sulla capacità di affrontare la crisi greca si gioca il suo futuro.
La mia impressione, ben sapendo che la Grecia è uno Stato praticamente fallito, è che il pensiero dominante accetti soltanto alcuni "aggiustamenti" della cultura tecnocratica, senza minimamente preoccuparsi di scalfirla in nome del ritorno ad una sostenibile, e responsabile, cultura democratica.
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