Riascoltiamo Edgar Morin: Conoscenza scientifica e umanistica sono (...) sempre più impossibilitate a conoscere se stesse e l'intera cultura tramite una visione d'insieme che permetterebbe loro di riflettere costantemente sulla propria funzione nella società, di individuare il senso del proprio divenire e di cogliere con consapevolezza le funzioni della soggettività. La rottura, inizialmente necessaria, tra i giudizi di fatto e i giudizi di valore diventa frattura interna alle nostre conoscenze e tre le nostre conoscenze e le nostre esperienze. Quando la conoscenza è del tutto impotente nei confronti delle proprie cause e delle proprie finalità, il mondo, la vita e l'uomo perdono significato e può diventare impossibile porre il problema del senso e del destino dell'uomo nella vita e nel mondo. Il Novecento, come sappiamo, ha manifestato tutto ciò nella maniera più tragica, minacciando l'umanità e il pianeta di distruzione attraverso stermini di massa e devastazioni della natura che purtroppo continuano, in forme diverse, ancora oggi. (1)
(1) AA.VV., Pensare la complessità per un umanesimo planetario (Mimesis, 2012)
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