Saturday, 26 December 2015

(Diario filosofico - Giudizio storico - Istituto fondamentale) Tracce di conoscenza - Pensiero complesso (Edgar Morin)

Riascoltiamo Edgar Morin: Non è (...) difficile comprendere come gli sviluppi della cultura scientifica e di quella umanistica abbiano comportato non solo i vantaggi della divisione del lavoro, ma anche le perdite derivate dagli eccessi di specializzazione dei saperi. Abbiamo constatato come, di fatto, la frammentazione e la compartimentazione della conoscenza in discipline separate, opposte e non comunicanti abbia sottosviluppato sia per gli scienziati sia per gli umanisti l'attitudine a contestualizzare i dati del sapere e a integrarli in un sistema capace di attribuire loro un significato. L'iperspecializzazione rompe il tessuto complesso della realtà; il predominio del quantificabile nasconde le realtà soggettive e affettive. La nostra modalità di conoscenza parcellizzata provoca ignoranza, oltre all'incapacità di concepire e affrontare le questioni fondamentali e globali: la competenza in campi eccessivamente piccoli e chiusi conduce incompetenza riguardo alle influenze subite ed esercitate dal campo stesso in rapporto al contesto. In particolare, non è vero che una conoscenza è tanto più pertinente quante più sono le informazioni di cui dispone o se risponde ad una certa razionalizzazione matematica. Al contrario, essa è pertinente se sa collocarsi nel contesto, ossia se è capace di collegarsi ad un sistema più grande di sapere. Le cecità che risultano dal nostro sistema di conoscenze parcellizzate e disgiuntive sono molteplici: il riduzionismo, che riduce la conoscenza ad alcuni suoi costituenti presunti semplici; il binarismo, che scompone in vero e falso ciò che lo è solo parzialmente o ciò che è nello stesso tempo vero e falso; la causalità lineare, che ignora l'anello retroattivo in base al quale si auto-organizza ogni sistema complesso; il manicheismo, che concepisce in termini unicamente d'opposizione il rapporto tra il bene e il male. Se il nostro sistema culturale rimane dominato da un modo mutilato e astratto di conoscenza, il sapere e il pensiero che derivano ad ogni essere umano sono inadatti a cogliere le realtà nella loro complessità e globalità. (1)

(1) AA.VV., Pensare la complessità per un umanesimo planetario (Mimesis, 2012)

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