Monday, 28 December 2015

Diario filosofico 28/12/2015, Il vuoto progettuale (Marco Emanuele)

Non mi sembra che vi sia la consapevolezza diffusa del buio che ci percorre interiormente e che ci circonda. E, accanto a questo, non sembra esservi la consapevolezza del fatto che quel buio è il "vuoto progettuale" nel quale siamo immersi. La disumanità di cui scrivo ha come conseguenza la violenza e la crudeltà a cui assistiamo ogni giorno in giro per il mondo; essa nasce nella nostra scelta di privilegiare il breve termine, di separare, di essere in-differenti, di non progettare. C'è disumanità nelle certezze non problematizzate, nel non accoglimento del dubbio come ricchezza, nella limitazione del nostro sguardo a ciò che vediamo - misuriamo - prevediamo.

Nel vuoto progettuale c'è un buio innaturale: della politica dimenticata; dell'economia e della finanza che, presunte auto-referenziali, da strumenti si sono fatte "fini"; dell'etica, che rischia di diventare solo "abbellimento tattico" e non "sostanza di responsabilità" di ognuno di noi verso sé stesso, verso l'altro e verso la realtà globalmente intesa.

Come si vede, l'uscita dal buio della disumanità è un processo che coinvolge la globalità dell'esperienza umana, pena la impossibilità della sua ri-creazione.

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