C'è un grande buio che avvolge l'umanità, determinato dalla incomprensione e dalla non accettazione della nostra naturale incertezza e dalla disabitudine a porci domande fondamentali sulla convivenza.
Abbiamo paura della nostra incertezza e ci chiudiamo in una "certezza di noi" che genera mostri. Incerti per natura, ci trasformiamo in "presunti certi" per necessità; così facendo non possiamo che insistere sull'ansia da competizione e da dominio. Certi per necessità, siamo "disumani non dialoganti", abbiamo bisogno di guerra e di muri e "usiamo" la pace e il dialogo, conditi con la retorica peggiore, unicamente per darci una "pennellata di etica".
Certi per necessità, cerchiamo solo risposte sotto forma di verità dogmatiche; ma queste non discendono da un profondo (e inesauribile) lavoro di riflessione sulle domande fondamentali bensì dalla presunzione di non avere più nulla da chiederci e dalla certezza del "potere/dover fare" senza pensiero, senza visione, senza progetto.
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