I perdenti della storia non sono i non competitivi (tra i quali mi schiero) ma i provinciali, coloro che hanno una concezione lineare della vita (che, dunque, si limitano ad esistere), coloro che hanno sempre bisogno di un nemico per sentirsi vivi, coloro che si pensano onnipotenti e certi, coloro che non dialogano perché sentono di incarnare la Verità. In una parola, i perdenti della storia, che ci hanno condotto ai disastri nei quali siamo immersi, sono coloro che hanno fatto della competizione un dogma indiscutibile, fino a farsi strumento della stessa.
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