Sunday, 21 June 2015

Sguardo globale - 21 giugno 2015 (Marco Emanuele)

da L'Osservatore Romano di oggi, Al centro dello sviluppo : Papa Francesco è tornato a denunciare "corruzione e malaffare" che inquinano l'economia e a ricordare che al centro di ogni modello di sviluppo dev'esserci l'essere umano. Nel discorso rivolto ai membri della Federazione dei cavalieri del lavoro (...) il Pontefice ha lanciato un monito agli imprenditori, invitandoli a promuovere un'etica produttiva "radicata nella giustizia e nel rispetto della legge". Solo così, ha assicurato, si può realizzare "un autentico sviluppo, che non emargini individui e popoli" e "non trascuri di preservare l'ambiente naturale".

da L'Osservatore Romano di oggi, Sanzioni a doppio taglio. Pechino diventata ormai il principale partner commerciale di Mosca: Il presidente russo, Vladimir Putin, ha affermato (...) al Forum di San Pietroburgo che i danni causati all'Unione Europea dalle sanzioni contro Mosca "potrebbero sfiorare i 100 miliardi di dollari", dato che riecheggia quello lanciato dall'inchiesta di un pool di sette giornali europei. Secondo Putin "ci sono stati diversi calcoli da parte dei nostri partner europei". "Qualcuno - ha spiegato il presidente russo - ha parlato di perdite per i produttori europei che ammontano a 40-50 miliardi di dollari e gli ultimi dati che ho sentito dall'Europa indicano che potrebbero sfiorare i 100 miliardi". Da Bruxelles nessuna smentita o presa di posizione ufficiale.

da L'Osservatore Romano di oggi, Segnali inquietanti in Burundi: La tensione resta palpabile nella capitale burundese Bujumbura e in altre località del Paese, da dove ancora nelle ultime ore sono giunte notizie di scontri costati la vita a diverse persone. Malgrado che diverse fonti segnalino una diminuita intensità delle manifestazioni contro il presidente Pierre Nkurtunziza, ricandidatosi a un terzo mandato, secondo l'opposizione in violazione del dettato costituzionale, nel Paese aleggia sempre più lo spettro di una nuova contrapposizione che potrebbe assumere terribili connotazioni etniche. Sempre secondo l'opposizione, ma anche a giudizio di molti osservatori internazionali, la scelta di Nkurunziza minaccia infatti di compromettere gli accordi del 2000 che posero fine a quindici anni di guerra civile tra hutu e tutsi, un conflitto che provocò decine di migliaia di morti, pur senza assumere le spaventose dimensioni del genocidio nel vicino Rwanda, abitato dalle stesse etnie.





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