Rischiamo, sulla verità, di volerla imprigionare negli schemi mentali delle nostre certezze. Esistiamo come "sacerdoti-soldati della verità", volendo spiegare e imporre un qualcosa che è ricerca e non dogma.
Solo la "cultura del progetto" ci permette di uscire dalla logica malata della verità come dominio. Dimenticato il "senso globale" di noi e della realtà, siamo orfani di dialogo e non ci resta che modellizzare e assolutizzare, esaltando una verità che, in quanto esaltazione competitiva del punto di vista, è negazione della verità stessa.
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