Sembriamo accettare, al giorno d'oggi, che il disumano trionfi. C'è qualcosa che non va nel nostro progresso e, infatti, ci possiamo definire "primitivi progrediti". Eppure avremmo tutti gli strumenti, democrazia compresa, per convivere in pace fra differenti umani, nel rispetto reciproco di ciò che siamo. Invece, purtroppo, la volontà di sopraffazione e di dominio sembra prevalere sulle buone intenzioni che, alla prova della storia, restano tali e non vengono calate nella realtà del Mondo-Della-Vita per ri-generare progetto umano. Ci mancano una cultura e una strategia progettuali; il che significa che non ci riferiamo al cuore pulsante del nostro "essere umani" ma che ci perdiamo (senza ritrovarci) in una competizione esasperata, presunti onniscienti e onnipotenti. La cultura e la strategia del progetto umano chiedono un pensiero pertinente che non può che essere un "pensiero complesso", includente e integrante; invece oggi, al contrario, siamo prigionieri di un "pensiero lineare", escludente e separante.
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