La nostra complessità di persone umane vive nella “memoria progettuale”
che è, al contempo, memoria di ciò che siamo stati e memoria di ciò che saremo
e che ci permette di ritrovarci sintesi perenne nel dinamismo del divenire. E’
così che il ricordare è sempre un percorrere l’oltre attraverso l’esperienza maturata
e che il conoscere è sempre un camminare nel non ancora conosciuto
problematizzando ciò che conosciamo. Su questo punto fondiamo la politica
complessa, potere che vive in noi e che si riprogetta in noi e nella realtà;
ciascuno di noi è agente responsabile di potere nella politica complessa ed
essa chiede, primariamente, che ogni persona avverta la responsabilità di
essere “soggetto storico”, conoscente e progettante. Ogni atto di politica
complessa è atto cognitivo e progettuale.
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