Tuesday 24 November 2015

(Istituto fondamentale) Democrazia e mercato

A forza di voler imporre le nostre convinzioni sul mondo, abbiamo "dogmatizzato" democrazia e mercato; tutt'altro che dogmi, democrazia e mercato sono strumenti (certamente fondamentali). Il nostro compito storico di persone umane è quello di ricondurre tali strumenti a incarnarsi nei processi vitali al fine di far generare altri processi vitali. Nel mondo di oggi, a ben guardare, troppo spesso accade il contrario; ciò che è strumento viene considerato "fine" e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Nel dogmatizzare democrazia e mercato facciamo degenerare ciò che essi dovrebbero valorizzare e consolidare: la libertà intesa come liberazione e lo sviluppo inteso come l'evoluzione integrale di ogni persona umana e di ogni comunità secondo "giustizia", cioé secondo il "fine" che è proprio di ciascuna di esse.
Abbiamo reso la democrazia e il mercato degli "universali culturali". Abbiamo pensato che tali strumenti potessero funzionare per tutti e in ogni contesto, dimenticando i processi storici sottostanti. Abbiamo "esportato" la democrazia e il mercato in nome di una competizione che si è fatta dominante e che ha "invaso" tutti gli ambiti della nostra vita, accompagnandosi a un pensiero lineare e alla sua principale applicazione storica, la guerra. Abbiamo creato un mondo di certezze che, progressivamente, si stanno sciogliendo come neve al sole e che ci ritornano addosso come impossibilità di governare un mondo fattosi "a-polare".
Abbiamo fatto finta che l'incertezza e l'imperfezione non appartenessero alla condizione umana e questo ci ha portati a far vincere l'irrealtà e la crudeltà nella storia; siamo "primitivi progrediti" e, senza aspettare oltre, dobbiamo cambiare rotta.


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