Sunday 4 December 2016

Fonti - Radicalità e banalità del male totalitario

(...) il male totalitario - ovvero il più sistematico e innaturale tentativo dell'uomo di porsi totalmente al servizio della necessità - è sì radicale, e perciò imperdonabile, ma è anche banale, ovvero "normale" e comprensibile: parte di quel mondo umano con cui dobbiamo pure riconciliarci anzitutto tramite la valorizzazione del coté positivo della sua ambiguità. Si potrebbe forse parlare in proposito di una sorta di strategia compensatoria, in cui la compensazione appare sempre come l'esito di uno sforzo che non può mai avere di mira una perfetta conciliazione, ma tutt'al più una parziale vittoria sul tempo. La possibile riconciliazione col mondo è infatti, sì, il risultato di una narrazione che offre senso anche alle vicende più dolorose, restituendo loro un posto nelle esistenze degli individui, ma essa consiste anche in una liberazione catartica del fardello del passato che predispone a un ri-radicamento nel mondo e all'esercizio della facoltà di agire, che è la sola risorsa umana che può, in un certo senso, riscattare il passato. (...)

da Il dono di un cuore comprensivo: Hannah Arendt di fronte al Novecento (di Paolo Costa) 

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