Thursday, 7 January 2016

Diario filosofico 07/01/2016, Rivoluzione progettuale (Marco Emanuele)

C'è bisogno di una "rivoluzione progettuale" perché siamo di fronte a una degenerazione del "politico" che continuiamo a chiamare crisi.

La crisi del "politico" è naturale perché il "politico" vive nella realtà. Invece oggi il "politico" degenera, ponendosi fuori dalla realtà e, in tal modo, facendo degenerare la realtà e lasciando dominare quella che chiamo la "irrealtà globalizzata".

La "rivoluzione progettuale" è, anzitutto, un ritorno alla realtà dei mondi-della-vita con le loro luci, ombre, possibilità, potenzialità, contraddizioni. E' incredibile come, nel terzo millennio globalizzato, si renda così evidente la necessità di ritornare alla "verità in cammino" della condizione umana nel creato; infatti, ci limitiamo a esistere nello scontro competitivo fra "verità dogmatiche", da qualunque parte esse provengano. I punti di vista e le opinioni si assolutizzano sia perché, come esseri umani, viviamo la tentazione di pensarci dominanti ma, soprattutto, perché abbiamo smarrito il talento politico (complesso) della mediazione e della liberazione delle nostre progettualità.

La "rivoluzione progettuale" consiste, nella mia visione filosofica, in un lungo e paziente processo di riappropriazione di noi in ogni altro e nella realtà globalmente intesa. Solo riappropriandoci della realtà, infatti, saremo in grado di comprendere il valore del "politico" e la sua urgenza storica.



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