Ci siamo disabituati alla cultura del dubbio mentre le nostre certezze consolidate ci stanno facendo degenerare. La cultura del dubbio è quella che ci permette di ricercare, di scoprire, di Conoscere e, dunque, di governare in maniera pertinente. L'idea totalitaria che vive nella storia cerca una perfezione innaturale e non accoglie le differenze e le imperfezioni dell'umano; imperfezioni e differenze che, se da un lato ci appaiono come limiti, dall'altro lato costituiscono il nostro eterno punto di partenza per migliorarci. E' la cultura del dubbio che ci permette di ritrovarci umani, di non limitarci a rincorrere il presente, di ricominciare a vivere anziché rassegnarci a esistere. L'idea totalitaria, certamente presente nel "cancro" dell'Isis, è altrettanto presente in tutti quei tentativi di "modellizzazione" che, soprattutto in Occidente, hanno dominato il nostro pensare-agire degli ultimi decenni; penso, in particolare ma non solo, alla cosiddetta "esportazione della democrazia" laddove, attraverso la guerra, si sono imposti modelli "democratici" senza alcuna considerazione per i contesti nei quali si andavano ad applicare. Altresì, con la "esportazione della democrazia" abbiamo reso la democrazia stessa un fine anziché un mezzo, sacrificando la libertà e la giustizia in nome della competizione e della sicurezza, Insomma, se tutti ritornassimo ad avere dubbi, ri-ponendoci le domande fondamentali della Convivenza, il mondo potrebbe diventare un luogo di civiltà e di pace.
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