Friday 25 September 2015

Francesco e la storia (Marco Emanuele)

Tutti ci auguriamo che il "soft power" di Francesco continui a portare buoni frutti in giro per il mondo. Il riavvicinamento fra USA e Cuba e il lavoro per la pace in Colombia sembrano andare in questa direzione. Siamo cauti perché, di fronte alla buona volontà e al lavoro diplomatico della Santa Sede, c'è una realtà complessiva che sembra andare da un'altra parte; senza generalizzare, abbiamo la sensazione che i più remino contro.
Sappiamo che la pace nel mondo è un processo lungo e paziente e che la retorica e l'utopia della pace spesso contribuiscono a negarla; Francesco insegna, con la semplice testimonianza, che ci vogliono tattica, strategia e misericordia, guardando nell'oltre e nel profondo della realtà. Dovremmo imparare tutti a diventare testimoni di pace, a partire dalle nostre piccole controversie quotidiane.
Il problema è che guardiamo a Francesco o come si guarda a una "autorità morale" (che predica moniti) o come si guarda a un grande "innovatore visionario"; entrambi questi sguardi sono corretti ma, a mia valutazione, occorre comprendere che la semplicità di Francesco (che ci dovrebbe appartenere in quanto persone) mette in discussione molte delle certezze che, soprattutto nel campo delle relazioni internazionali. ancora ci portiamo dietro dal '900.

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