Tuesday 1 September 2015

Per un progetto di civiltà da condividere (Marco Emanuele)

Per uscire dalla legge della giungla, riappropriandoci delle complessità del Mondo-Della-Vita, dobbiamo avere in testa un progetto di civiltà da condividere. Il tema del mondo di oggi, nell’era della esasperata competizione dominante, è che siamo immersi in una strategia di civilizzazione; è una strategia che, in nome della libertà e della sicurezza, sembra costringerci sempre di più a “modellizzare” le nostre vite, a quantificare e a mercificare l’esperienza umana. I “sacerdoti” della competizione come civilizzazione dovrebbero arrendersi all’urgenza di un ritorno alla civiltà; tutti dovremmo diventare, relativizzandoci, testimoni laici di una “civiltà necessaria”. Civiltà e verità sono per natura dinamiche, sono processi in formazione, sono l’attività della ragione che incontra l’oltre, lo rielabora e lo ri-crea; la sacralità della ragione è nella sua “apertura all’oltre”, non nella sua dogmatizzazione. Troppo spesso, infatti, avvertiamo il “peso” di parole come civiltà e verità e ci appaiono come parole “dure” ma, in realtà, sono parole che ci danno il senso di ciò che delle nostre potenzialità non possiamo quantificare a fini di profitto immediato ma che possiamo soltanto seguire, mano a mano, per il nostro ben-essere profondo. Civiltà e verità sono processi nei quali avviene la compenetrazione continua dell’esperienza maturata nel non ancora vissuto. Per questo, mai possiamo dire di avere raggiunto la civiltà o la verità ma dobbiamo avere e maturare la consapevolezza che lo stato naturale dell’essere umano è di ricercare, nella innovazione responsabile, per vincere ogni forma di presunzione che è, anzitutto, esaltazione di certezze precarie. Nel ricercare, ci diamo infinite possibilità di umanità e di realtà che prima non conoscevamo; nel ricercare, scopriamo di “essere in continuo” ed è nel ricercare che possiamo sconfiggere ogni forma di “fissità dell’essere” che diventa fondamentalismo assolutizzante, proprio immergendoci nelle contraddizioni del  Mondo-Della-Vita, che sono le nostre.

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