Sunday, 22 November 2015

Le città e la storia

Il tema della città non ha mai smesso di essere strategico. Noi che pensiamo di poter tracciare degli "spartiacque" nella storia, ogni volta che succede qualcosa che mette in pericolo le nostre libertà e che ha una rilevanza globalizzata, dopo Parigi - e spesso in modo strumentale - discutiamo di città, periferie, disagio, integrazione. Il problema è talmente delicato che non può essere guardato e affrontato con l'occhio della cronaca; tanti, non solo in Italia (penso all'enorme lavoro svolto, anche sul piano internazionale, dalla Fondazione Aldo Della Rocca), vi hanno dedicato e vi dedicano la vita. Fuori dalla cronaca, allora, ciò che stiamo vivendo, ben considerando che la minaccia dell'Isis è la minaccia del totalitarismo nazista, è il fallimento delle varie forme di multiculturalismo nelle nostre metropoli, soprattutto nelle periferie. Abbiamo letto e detto tante volte che le cellule che hanno compiuto gli atti tragici di Parigi erano composte da cittadini francesi (anche se di etnia differente); ebbene, ciò significa che dobbiamo ripensare le nostre città, che dobbiamo recuperare quel "senso di comunità" che le renda belle, accoglienti, inclusive. Quella che chiamiamo "politica" ha, per troppi decenni, fatto finta di niente; è ora di riappropriarci dei nostri luoghi urbani, dando un pensiero e una sistematicità alle tante iniziative di volontariato e di impegno che esistono, rimettendo in campo quella responsabilità di cittadini che troppo volte abbiamo sacrificato sull'altare della delega nella cabina elettorale. E dobbiamo farlo, lo ripeto, al di là della cronaca.

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