Leggo di nove regole della convivenza secondo l'imam di Firenze, che cita il Corano: riconoscere una medesima unica origine dell'Umanità; riconoscimento e rispetto della dignità e dei diritti dell'uomo; usare nel comportamento giustizia, tendenza verso il miglioramento, la virtù e la condanna della ingiustizia e prevaricazione; rispetto delle consuetudini della gente; stabilire il principio dell'equilibrio e della moderazione, della convivenza pacifica e del dialogo delle civiltà; realizzare gli impegni di cittadinanza, rispettare le leggi e proteggere le società dai pericoli e dalle minacce; operare per la riconciliazione e per la pace sociale, promuovere il rispetto reciproco e rifiutare il fanatismo; rifiuto di tutto ciò che porta alla violenza, fanatismo e terrorismo, gli atti di terrorismo vanno perseguiti per legge; proteggere la sacralità della vita.
E' tutto condivisibile. Il problema è ritrovarsi intorno al tavolo degli "Stati generali dell'umanità"; la convivenza, infatti, va costruita. Cosa fare ? Credo che, sotto varie forme, debbano nascere "laboratori di pensiero per l'azione"; occorre che ogni persona "disarmi" progressivamente la propria ragione e "abbracci" la complessità della vita. Usciamo dall'ansia di analisi, di retorica, di proclami, di decaloghi, di dichiarazioni. Ritorniamo alla vita.
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