(…) Si tratta (…) di resistere alla pressione del pensiero
econocratico e tecnocratico, facendosi difensori e promotori della cultura, la
quale esige il superamento della disgiunzione fra scienze e cultura umanistica.
Si tratta di mantenere o ritrovare una missione insostituibile, quella della
presenza concreta, della relazione da persona a persona, del dialogo con l’allievo
per la trasmissione di un fuoco sacro e per la delucidazione reciproca dei
malintesi. Missione personale che permette di riconoscere la qualità umana dell’allievo,
di manifestare nei suoi confronti benevolenza e attenzione e di non rigettarlo
nella categoria dei cretini e dei deficienti. Missione personale che,
insegnando la comprensione, fa comprendere la necessità immediata della
comprensione nella classe, vi manifesta la sua comprensione e dovrebbe di
ritorno ricevere comprensione. Missione personale che prende coscienza del
fatto che il peggior male è l’umiliazione degli altri e che dà questa coscienza
all’allievo, poiché il peggio, nelle relazioni umane, è l’umiliazione
reciproca. La via: sfuggire al circolo vizioso delle umiliazioni per trovare il
circolo virtuoso dei riconoscimenti reciproci. (…)
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