Sunday, 20 November 2016

Elogio della crisi democratica (Marco Emanuele)

Con la consueta superficialità che contraddistingue il nostro tempo storico, la parola "crisi" viene declinata al negativo. Con particolare riferimento alla democrazia, se questa non va in crisi non è democrazia. Da una crisi, infatti, può nascere sempre una opportunità, possono rendersi "storiche" potenzialità e opportunità fino ad allora nascoste. Il punto, secondo me, è che siamo di fronte a una crisi della democrazia (qui intesa come sistema da "incarnare" e non da "esportare" linearmente) non governata politicamente e che può diventare anticamera della de-generazione democratica.

Se ci abituassimo a considerare la democrazia come uno strumento e come un processo (incerto), superando l'errore di considerarla un modello (certo), capiremmo quanto le crisi la riguardino e, naturalmente, la debbano percorrere. Il problema, però, è tutto politico; siamo avvolti in un pensiero politico ancora legato al '900, prigioniero di un mondo che non c'è più. I cambiamenti radicali e velocissimi determinati dalla (irreversibile) interrelazione sistemica globale (che chiamiamo globalizzazione) continuamente problematizzano i "vecchi" sistemi democratici che abbiamo ereditato e, con essi, l'idea di Stato.

Anziché calarci, ri-fletterci, nel mondo-che-è, continuiamo a cullarci dentro certezze che sono state ampiamente cancellate dalla storia. La Brexit ha rappresentato uno spartiacque che ci indica come siamo entrati in un "mondo exit", nel quale grandi parti di umanità sembrano cercare un rifugio in ciò che è prossimo, familiare, conosciuto; rifugio che, sempre più spesso, si sposa con un nazionalismo "malato" e "irresponsabile".

La democrazia, facendo i conti con la realtà, ha bisogno di entrare in crisi. Ora il problema è di raccogliere la sfida di un pensiero politico che entri nel terzo millennio, ri-pensandosi, ri-collegandosi alla realtà, ri-tornando a parlare il linguaggio della verità dinamica del mondo-che-è e dei mondi-che-sono e non rifugiandosi nella illusione di ciò che è stato.


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