Per fortuna, l'innovazione è un trauma. Noi ci ri-generiamo e contribuiamo a fare ri-generare la realtà solo se accettiamo l'idea che "percorrere l'oltre" è un rischio; l'altra faccia del rischio, infatti, è una possibile opportunità. Il rischio porta con sé, evidentemente, la possibilità e la imprevedibilità; entrambe ci appartengono in quanto persone e sta a noi, attraverso l'intelletto, la ragione e la volontà, di "percorrere l'oltre" e di esprimere tutte le nostre potenzialità (che comprendono l'errore).
L'innovazione nasce nella e dalla relazione e integrazione fra persone e delle persone nella realtà. Il problema è ricostituire una "unità di contesto e fra contesti"; solo se abbiamo una "cultura contestuale" e una Conoscenza profonda (complessa, sistemica) dei contesti (da acquisire progressivamente, vivendo) possiamo comprendere il valore dell'innovazione che non è mai a "somma zero". L'innovazione, al contempo, scardina ciò che siamo e contribuisce a ri-crearci; essere innovativi è, prima di tutto, un atteggiamento mentale, la disponibilità a "essere pienamente", la voglia di ri-appropriarci dei processi vitali in evoluzione che, come tali, ci chiamano alla responsabilità del "non ancora conosciuto" come stimolo a Conoscere per Comprendere.
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