Conoscere è comprendere al di là del presente, della cronaca. Dobbiamo percorrere l'oltre e il profondo della realtà, non limitandoci a sfiorare la superficie dei problemi e delle sfide. C'è un "mistero" del mondo che non vediamo, di cui non sentiamo le grida, vittime come siamo di una "ragione cieca". Abbiamo paura di essere responsabili e questa paura diventa dominio; è venuto il tempo di parlare di un "realismo progettuale". Questo mondo ha bisogno di una iniezione di "dignità strategica".
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