Le minacce "liquide" di un terrorismo internazionale che, al contempo, si fa sempre più sfuggente e sempre più efficace, aumentano le nostre paure e il nostro bisogno di sicurezza. In tale contesto, il nostro pensiero rimane ostinatamente lineare. Qui sta il problema, nella nostra incapacità di aprire gli occhi alla complessità del mondo che ci circonda e che, ci piaccia o no, abbiamo contribuito ad alimentare con la nostra irresponsabilità. Costruire ponti non è solo una bella dichiarazione d'intenti; è, soprattutto, una necessaria strategia politica. Infatti, alimentiamo una competizione esasperata che, anziché aprire le nostre società, le chiude, e ci chiude nelle nostre piccole miserie nazionali. Intanto le frontiere diventano porose e la Storia ci assale. Urge riappropriarcene e ritornare a governarla.
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