Sunday, 21 June 2015

Sguardo culturale - 21 giugno 2015 (1) (Marco Emanuele)

da L'Osservatore Romano di oggi, Rebecca e la sete. Il pozzo della Scrittura (Cristiana Dornier)http://www.osservatoreromano.va/it/news/rebecca-e-la-sete

da La Lettura Corriere della Sera di oggi, L'ossessione del labirinto (Emanuele Trevi)Archetipi. Oggi il film di Garrone e il giardino di Franco Maria Ricci, ieri il percorso psicotico di «Shining» e quello illuministico del «Nome della rosa»: dal 1980 al 2015 sembra essersi verificato un sisma capace di scuotere le fondamenta di uno dei simboli più persistenti della storia umana. Che ha stregato Borges e Calvino; Kubrick, Eco e Jung. Ma alla fine chi ha sconfitto il Minotauro? La rete, metafora globale che sta cambiando la nostra civiltà e gli edifici del vivere e del sapere

da La Lettura Corriere della Sera di oggi, Uomo e natura. Gli ideali libertari di fronte ai numeri della demografia (Antonio Carioti). Che tempi cupi. Lo Stato ci opprime più che proteggerci. Il capitalismo spreme chi lavora, ma lascia troppi a spasso e senza reddito. Impazziscono Logico che torni d'attualità il libertario Henry D. Thoreau, fautore della disobbedienza civile e della reimmersione nella natura, cui si riallaccia Leonardo Caffo nel suo libro Il bosco interiore (Sonda), proponendo una "vita non addomesticata", sorda alle lusinghe di una modernità malata. D'altronde Andrea Staid, nel saggio I senza Stato (Bébert), nota che le società primitive non erano affatto un inferno: mancava la dimensione oppressiva del dominio, si lavorava poco e i bisogni essenziali erano soddisfatti. Verrebbe da pensare che il progresso sia stato un inganno, se non fosse per il fattore demografico. Gli indigeni evocati da Staid e i nativi americani ammirati da Thoreau vivevano in pochissimi su vasti territori. L'umanità di oggi si affolla in spazi ristretti e non può rinunciare a quanto le ha permesso di moltiplicarsi, pur tra gravi sofferenze e inconvenienti, negli ultimi millenni.

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